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La silloge poetica di Filippo Serrano è una finestra sui ricordi e nel recupero memoriale l'autore torna a riveder gli sguardi, a consumar le lacrime che fanno tremare le labbra, a riportare di continuo in superficie frammenti di memoria: l'interrogativo è chiedersi qual è il senso dell'amore se la solitudine è ormai compagna di vita.